Il sonno dei bambini
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IL SONNO NEI BAMBINI

PERCHEÈ È  IMPORTANTE DORMIRE SERENAMENTE

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Puoi fissare un appuntamento di persona con uno dei nostri terapeuti. Ti aiuterà a dare forma al tuo problema ed individuare le giuste vie di uscita.
Incontra un terapeuta
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Il sonno è un momento delicato per molti, soprattutto per i bambini.
Dormire serenamente, e per un numero sufficiente di ore a notte, è necessario perché favorisce nei bambini un miglioramento dell’attenzione, della loro capacità di concentrazione, di apprendimento, di memoria, di regolazione delle emozioni. Una delle funzioni del sonno è la maturazione del cervello, nel sonno vengono prodotti ormoni fondamentali per la crescita del bambino, nel sonno si consolidano le informazioni ricevute durante il giorno e si apprende. In generale un buon sonno migliora la qualità della vita dei bambini stessi ma anche dei genitori e delle relazioni all’interno della stessa famiglia.
Il ritmo sonno-veglia del bambino nei primi mesi di vita è molto diverso da quello degli adulti. Nei primi mesi di vita il sonno dei bambini è regolato prevalentemente dai bisogni interni legati alla fame e in misura minore dipendente dall’ambiente. Il bambino non conosce la differenza tra giorno e notte. solo intorno al IV mese il bambino impara ad adattarsi ai ritmi esterni e l’introduzione di routine regolari lo aiutano a sincronizzare il ritmo endogeno con quello esterno e a concentrare le ore di sonno nelle ore notturne.

 

L’ORGANIZZAZIONE DEL SONNO NEL BAMBINO

Conoscere come si sviluppa l’organizzazione del sonno del bambino è fondamentale per i genitori per comprendere e adattarsi ai suoi ritmi.
Il sonno è costituito da cicli che si ripetono con una certa regolarità durante la giornata. La lunghezza e la struttura di questi cicli varia con l’età. Il ciclo del sonno del bambino è molto più breve di quello di un adulto. Nel neonato un ciclo è costituito da sonno REM e sonno NON-REM.
La definizione di sonno REM deriva dall’inglese Rapid Eye Movement, movimenti oculari rapidi, perché in questa fase si verificano movimenti improvvisi dei globi oculari, corrisponde al periodo del sonno in cui si sogna, il nostro cervello è attivo, mentre il corpo immobile.
Nei primi tre mesi di vita un ciclo dura circa 50 minuti; il susseguirsi di tre o quattro cicli permette un sonno di circa 3-4 ore consecutive. Il neonato dorme circa 16-18 ore al giorno e il sonno è distribuito uniformemente nelle 24 ore.

  • Tra i 4 e i 6 mesi i cicli si allungano e possono durare circa 70 minuti. La quantità totale di sonno è di circa 12-14 ore, prevalentemente concentrati nelle ore notturne.
  • Tra i 6 mesi e i 4 anni, il tempo di sonno si riduce progressivamente fino a 10-12 ore, distribuito tra sonno notturno e diurno (pisolino pomeridiano). Aumentano però i risvegli notturni tra le 21 e le 24 e tra le 3 e le 6 del mattino.
  • Dopo i 5 anni scompare il sonno diurno e evolve verso un pattern adulto con durata tra 8 e le 10 ore, la struttura del sonno è più stabile e la durata dei cicli può arrivare a 90-120 minuti.

 

FATICA AD ADDORMENTARSI E RISVEGLI NOTTURNI: COME GESTIRLI

Perché alcuni bambini fanno fatica ad addormentarsi? Perché alcuni bambini dormono tutta la notte e altri si svegliano continuamente?
Ogni bambino è unico. Molti possono essere le cause dei risvegli notturni. Quando un bambino si sveglia è estremamente importante avere pazienza. Valutate l’intensità del suo richiamo e avvicinatevi dolcemente, cercate di calmarlo con voce bassa, a volte è sufficiente stare accanto al lettino e fargli sentire la vostra presenza, magari esclusivamente poggiando delicatamente la vostra mano su di lui.
Al momento dell’addormentamento ci sono alcuni accorgimenti ambientali importanti: la temperatura della stanza in cui il bambino riposa deve essere confortevole (intorno ai 20°), non copritelo troppo, non mettetelo in un letto troppo grande, il bambino va a cercare un bordo per appoggiarsi e sentirsi contenuto, evitate la posizione pancia sotto, l’ambiente deve essere tranquillo, non troppo illuminato. Potrebbe essere utile dare al bambino un oggetto con cui addormentarsi e nel tempo instaurare un rituale per l’addormentamento. Quest’ultimo punto è molto importante, cercare di instaurare un rituale fisso, che il bambino assocerà con il momento per rilassarsi e andare a dormire. Leggere insieme, cantargli una ninna nanna. L’addormentamento comporta la separazione dall’adulto e dal mondo esterno e gestire tale momento può essere difficile per alcuni bambini. Se osserviamo e ascoltiamo i bambini vediamo come siano in grado di aiutare se stessi a superare le difficoltà escogitando strategie di autoconsolazione e di gestione delle proprie paure, ma necessitano di un periodo di sperimentazione.

 

DISTURBO DEL SONNO: DI COSA SI TRATTA?

Nel 2018, durante il 74° Congresso SIP (Società Italiana di Pediatria), svoltosi a Roma, si è dichiarato che in Italia, paese industrializzato, circa 1 bambino su 4 al di sotto dei 5 anni manifesta un disturbo del sonno. Un bambino che ha disturbi del sonno, raramente soffre da solo, l’intera famiglia è coinvolta.
Ma cosa si intende per disturbo del sonno nel bambino? I più comuni sono insonnia (20-30%), parasonnie (25%), disturbo del ritmo-circardiano (7%), disturbi respiratori del sonno (2-3%), disturbi del movimento legati al sonno (1-2%), ipersonnie (0,01-0,02%).
È opportuno che i problemi del sonno fino ai 12 mesi di età non vengano classificati. È necessario prevedere che un problema del sonno nel bambino possa variare nella durata, frequenza e intensità ed è possibile distinguere (Anders 1989):

  • la turba evolutiva transitoria del sonno infantile (breve durata, meno di un mese, risvegli una notte a settimana),
  • la perturbazione della durata da 1 a 3 mesi per due-quattro notti,
  • il disturbo che persiste per più di tre mesi e si presente cinque-sette notti.

 

LE CAUSE DEL DISTURBO DEL SONNO O INSONNIA

Vediamo quali possono essere le cause dei disturbi del sonno nel bambino. Possono coesistere molteplici fattori, da cause organiche a una cattiva igiene del sonno. Ad esempio:

  • i fattori genetici (vi è una forte influenza genetica nell’insonnia) e
  • l’ordine di nascita (maggior frequenza di insonnia nei primogeniti e nei figli unici).
  • la modalità di alimentazione: i risvegli notturni a 6 e 12 mesi sono più frequenti nei bambini allattati al seno.
  • l’elevata depressione della figura di accudimento principale.

 

INFLUENZA DEL SISTEMA DI ACCUDIMENTO SUL SONNO

A tal riguardo la letteratura scientifica ha evidenziato come nei primi tre anni di vita la regolazione degli stati di sonno e di veglia dipenda molto dal sistema di accudimento. Le transizioni tra lo stato di veglia e quello di addormentamento dipendono da elementi omeostatici fisiologici (fame, sete, temperatura, ambiente) e da processi emotivi, affettivi e sociali (conforto, rassicurazione). Anche l’Infant Research ha confermato che gli scambi interattivi, prevedibili e coerenti, tra la figura di accudimento principale e il bambino costituiscono dei modelli diadici di regolazione biologica e sociale che organizzano modelli mentali della relazione, necessari per sviluppare un senso interno di fiducia e sicurezza e aiutare il bambino a separarsi dal suo caregiver serenamente al momento dell’addormentamento. I risvegli notturni possono costituire un’occasione di riunione e rassicurazione per il bambino. Nel tempo il bambino con un buon attaccamento nei confronti del genitore, del caregiver non avrà bisogno di svegliarsi durante la notte per controllare la presenza della mamma. È proprio sperimentando una buona reciprocità emotiva che il bambino imparerà a sintonizzarsi con il mondo affettivo dell’adulto e si autorizzerà a crescere in modo sano e armonico. Trovare i modi giusti di addormentamento per la coppia genitore-bambino è importante, il bambino sentirà un adulto capace di ascoltarlo, capace di tollerare la sua sofferenza e aumenterà la sua fiducia nel genitore ma anche in se stesso.

 

STRUMENTI UTILI PER I GENITORI E I LORO BAMBINI

Molti sono i testi dedicati ai genitori con consigli e metodi ritenuti efficaci per l’addormentamento. In parte non li condivido ed inoltre credo che ogni bambino e ogni genitore sia unico e difficilmente le esperienze possono essere comparabili. Vi indico però un delicato albo illustrato da leggere con i bambini o soli, si intitola non “Dormi piccolo orso?” Un classico di Martin Waddell, autore irlandese premiato nel 2004 con l’Andersen per il suo contributo nella letteratura per l’infanzia, edito da Nord-Sud edizioni (1988). Non dormi, Piccolo Orso? È la storia di un piccolo Orso, in una caverna, in una notte buia. Piccolo Orso non riesce ad addormentarsi: “Ho paura del buio”, dice a Grande Orso. Così Grande Orso va nell’armadio delle lampade a prendere una piccola lampada da lasciare accanto al suo lettino. Poi ritorna sulla poltrona vicino al caminetto e riprende la lettura del suo interessantissimo Libro Orso. Ma Piccolo Orso non riesce a prender sonno. Si gira e rigira nel letto, fa le capriole, si mette a testa in giù, sposta il peluche di qua e di là. Grande Orso se ne accorge e lo raggiunge: “Non dormi, piccolo Orso?”. “Ho paura”. “Di cosa?”. “Del buio”. “Che buio?” “Il buio tutto attorno”. Comincia così un paziente andare avanti e indietro di Grande Orso dalla poltrona e dal suo libro al letto di Piccolo Orso: una lampada dopo l’altra, quella parte di caverna diventa sempre più illuminata. Finché del buio non c’è più traccia, ma nemmeno così Piccolo Orso riesce a calmarsi: “Ma ti ho portato la Lampada più grossa di tutte, non c’è più nessun buio!” esclama Grande Orso. “Sì che ce n’è!” dice Piccolo Orso, “Là fuori!” e indica fuori dalla Caverna Orsa, nella notte. Piccolo Orso ha ragione, là fuori è buio. Insieme i due, uno nelle braccia dell’altro escono ad affrontare la paura insieme, stretti stretti, guardandola in faccia. Non dormi, Piccolo Orso? Ci ricorda quanta pazienza dobbiamo utilizzare, ci ricorda che l’unica cosa da fare è Ascoltare le preoccupazioni dei nostri bambini, accompagnarli nell’affrontarle, dedicando loro del tempo per fargli comprendere che non sono soli.

 

BIBLIOGRAFIA

Anders TF., Goodlin-Jones B, Sadeh A. (2000), Sleep disorders. In CH Zeanah (eds), Handbook of Infant Mental Health. New York-London: Guilford Press
Ammaniti M., Lucarelli L., Cimino S.; Petrocchi M. “Classificazione e assessment dei disturbi del sonno infantile: studio empirico sui fattori di rischio nella relazione care-giving e nello sviluppo emotivo-comportamentale del bambino” in Infanzia e Adolescenza – Vol.7, N.1, 2008
Bowlby J. (1969) Attaccamento e perdita. Vol.1 L’attaccamento alla madre. Torino: Boringhieri, 1972
Daws D. Nel corso della notte. I disturbi del sonno nella prima infanzia. Napoli: Liguori editore, 1992
Stern DN. (1985), Il mondo interpersonale del bambino. Torino: Boringhieri, 1987

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