Tristezza improvvisa o frequente
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TRISTEZZA IMPROVVISA O FREQUENTE: DI COSA SI TRATTA E COME PUOI AFFRONTARLA

TRISTEZZA IMPROVVISA O FREQUENTE: DI COSA SI TRATTA?

La tristezza improvvisa o frequente è una condizione che può influenzare molto la vita di una persona nella sfera personale, relazionale, lavorativa.
È uno stato d’animo che fa sentire in deficit energetico, in una condizione di scarsa motivazione nel fare tutto e difficoltà nel coinvolgersi nelle cose della vita.
Può capitare di sentirsi giù all’improvviso, scoppiare a piangere in pubblico, non avere voglia di fare le cose che si facevano prima, non avere motivazione nel lavoro o nel vedere altre persone, stare con gli amici e in famiglia.
Può essere difficile convivere con questa nuova condizione e accettare di non essere più “come prima”. Attraversare un momento di difficoltà può obbligarti a rallentare, e magari avere bisogno di una pausa, cosa che non sempre è facile da accettare. Infatti, spesso, gli standard prestazionali a cui siamo abituati, ci chiedono di essere sempre al massimo della forma e tendono a rifiutare ciò che è connesso con la tristezza.
Tuttavia, la tristezza è un segnale importante, che va ascoltato e capito. Può essere utile interrogarsi su cosa stia succedendo e come mai sta succedendo proprio in questo momento della vita. 
Se soffri di tristezza improvvisa o frequente puoi sentirti disorientato, preoccupato e temere per la tua salute, al punto da chiederti di cosa possa trattarsi e se possa trattarsi di depressione.
È importante non sottovalutare la propria situazione, non negarla e nemmeno contrastarla come un nemico da sconfiggere.  È utile invece riconoscere la tristezza, interrogarsi sul proprio malessere, per poterne comprendere il significato psicologico, la causa scatenante e individuare la soluzione più adatta.

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TRISTEZZA IMPROVVISA O FREQUENTE: COME ACCETTARLA E COME MAI FA PAURA

Il nostro modo di vivere la tristezza è connesso con il modo in cui questa emozione viene concepita all’interno della nostra cultura. La tristezza è spesso uno stato d’animo associato a un’idea di fragilità, poco accettabile e socialmente stigmatizzante, per cui si può avere la tendenza a mettere una maschera per nasconderla, perché si prova vergogna. Da ciò deriva la difficoltà di alcune persone a darsi legittimità nel vivere la tristezza, che viene più spesso trasformata in rabbia, un’emozione meno vincolata a un’idea di fragilità e quindi più facile da esprimere.
Inoltre, viviamo immersi in una cultura fortemente prestazionale, che ci richiede di essere sempre al top della forma, fisica e mentale, per poter ottenere delle buone performance, sia nel lavoro che nella vita privata e quindi essere una persona soddisfatta e di successo. Questo ci incentiva ad essere sempre molto impegnati, pieni di cose da fare e con poco tempo per farle. L’ “essere di corsa” diventa una condizione normale e in molti casi un’aspirazione cui tendere. I mass media ci propongono di continuo modelli di perfezione e di performance elevate e non lasciano spazio ad una narrazione più realistica, in cui è normale, in certi periodi della vita, non sentirsi al massimo, essere in difficoltà e avere bisogno di tempo.
La conseguenza di quanto esposto sopra è che ci ritroviamo spesso a consumare in modo consolatorio tutto ciò che possiamo: beni materiali, esperienze nuove, relazioni amicali e sentimentali, per cercare di anestetizzare la nostra sofferenza emotiva. Purtroppo, però, questo non costituisce una vera soluzione alla tristezza, che può emergere in modo improvviso o diventare una compagna silente, ma sempre presente.
Ma a cosa serve la tristezza? In realtà la tristezza è una reazione fisiologica a momenti difficili della vita e come tutte le emozioni ha una sua buona funzione. Quale? Quella di segnalare che qualcosa non va. Ad esempio, non stiamo bene al lavoro, non siamo soddisfatti della nostra relazione sentimentale, in famiglia abbiamo perso gli equilibri, oppure abbiamo troppo lavoro e poche relazioni. Possono essere molte le ragioni scatenanti il disagio personale, l’insoddisfazione, la tristezza. Comprendere meglio queste situazioni può aiutare a recuperare le forze, rimettersi in gioco in modo più consapevole e cercare un nuovo equilibrio.  

 

TRISTEZZA IMPROVVISA O FREQUENTE: CHE SIGNIFICATO PSICOLOGICO HA?

La tristezza è un sentimento associato a differenti situazioni della vita di una persona e al modo personale di reagire di ciascuno, per questo motivo ad essa possono essere associati svariati significati psicologici. Vediamone alcuni che paiono frequenti e significative nella nostra esperienza lavorativa.

  1. Una prima situazione che può causare tristezza improvvisa o frequente è un’esperienza di lutto, ossia la perdita di qualcosa di importante e significativo nella nostra vita. Si può trattare della morte di una persona cara, della perdita del lavoro, della fine di una relazione, ma anche un grosso cambiamento come il trasferimento in un’altra città, un nuovo lavoro. Accettare questo tipo di perdite non è un processo semplice e veloce, ma richiede tempo per essere elaborato e per rinegoziare con se stessi un nuovo equilibrio.
  2. La tristezza può derivare anche da un momento di crisi esistenziale, in cui la persona si può trovare in un momento di blocco, ferma nella propria vita e incapace di prendere una direzione e muoversi. In questi casi si può sentire una profonda insoddisfazione connessa alla situazione che si vive, che porta a sentirsi vuoti e privi di prospettive nuove e di obiettivi a cui tendere.
  3. La tristezza può essere anche connessa a un sentimento di solitudine relazionale, che porta a sentirsi isolati e privi di supporto. Oggi si parla spesso del fenomeno della cosiddetta “depressione da single”, ossia persone, tendenzialmente tra i 30 e i 40 anni, che vivono con sofferenza la condizione di single.
  4. Un altro aspetto che può essere alla base della tristezza è il vissuto di fallimento ed il conseguente “dolore narcisistico”, cioè la sofferenza per non essere stati all’altezza delle aspettative che ci si era posti. La distanza tra le proprie aspettative e la realtà richiede in questi casi di essere elaborata e accettata, provando a capire come stare bene con quello che si ha e cosa si può fare eventualmente per cambiare la situazione.
  5. In altri casi la tristezza può insorgere a seguito di un evento traumatico, ossia un evento grave, significativo e inaspettato, che provoca una conseguenza rilevante e un drastico cambio di vita. Ad esempio, l’insorgere di una malattia, un aborto spontaneo, un incidente.

 

TRISTEZZA E DISTURBO DEPRESSIVO: COME DISTINGUERLI

Come abbiamo visto, una persona che prova tristezza improvvisa o frequente può chiedersi se è depressa. La tristezza è infatti uno dei sintomi che caratterizzano la depressione, ma non l’unico. Vediamo quindi come riconoscere la depressione.
La depressione maggiore comunemente detta depressione, è un disturbo con caratteristiche specifiche. Ad esempio, i suoi sintomi persistono per la maggior parte della giornata e per almeno due settimane consecutive. Vediamo quali sono i sintomi principali che caratterizzano un disturbo depressivo:

  • Umore triste, depresso, disperato, spento, giù di corda oppure irritabile per la maggior parte del tempo
  • Perdita di interesse e piacere per le cose che prima si consideravano piacevoli e per i rapporti sociali
  • Perdita o aumento dell’appetito: si può essere inappetenti o al contrario mangiare più di prima
  • Alterazioni del ciclo sonno-veglia: si può fare fatica a dormire oppure dormire troppo
  • Alterazioni psico-motorie: si può provare agitazione, sensazione di non riuscire a stare fermi o al contrario rallentamento sia dei pensieri che dei movimenti
  • Diminuzione dell’energia e tendenza a stancarsi facilmente
  • Sentimenti di autosvalutazione e colpa: si possono avere pensieri irrealistici su di sé e sul proprio valore
  • Difficoltà nel prendere decisioni: può essere difficile pensare o prendere decisioni
  • Pensieri negativi che possono andare dal non volersi alzare la mattina, a pensare che il mondo sarebbe un posto migliore senza di noi, a pensieri relativi al farsi del male o al togliersi la vita.

All’interno dell’area dei disturbi depressivi esistono poi diversi tipi di depressione specifica. Vediamone alcuni:

  • Depressione reattiva: è la depressione che può insorgere in reazione a un evento determinato, che ha comportato un danno grave nella vita di una persona. Non sempre si è consapevoli di questo meccanismo. L’evento scatenante può essere, ad esempio, la perdita di una persona cara, la perdita del lavoro, di una relazione importante, un incidente improvviso, o l’insorgere di una malattia.
  • Depressione endogena: si tratta della depressione che insorge senza la presenza di un evento scatenante ed è causata da una combinazione di fattori genetici, biologici, psicologici e ambientali.
  • Depressione post-partum: può insorgere in una donna che ha partorito, a partire dai primi mesi dopo la nascita del bambino fino a un anno dopo il parto ed è caratterizzata da un profondo malessere fisico e psicologico e da una forte sensazione di inadeguatezza rispetto al proprio ruolo materno.
  • Depressione ad alto funzionamento si tratta di una condizione caratterizzata dal mantenersi attivi nella quotidianità e nel lavoro, pur provando una mancanza di motivazione e di piacere di vivere.
  • Distimia: è una forma di depressione cronica, in cui i sintomi sono più lievi rispetto alla depressione maggiore, ma perdurano a lungo nel tempo. È caratterizzata quindi da una sensazione di tristezza nel cuore che si porta da tempo e di cui non si rintraccia più l’origine.

Per diagnosticare un quadro depressivo è molto importante fare una valutazione psicologica approfondita.

TRISTEZZA IMPROVVISA O FREQUENTE: COME AFFRONTARLA?

Abbiamo visto che la tristezza improvvisa o frequente può avere significati psicologici molto diversi tra loro e che in alcuni casi può costituire uno dei sintomi di un disturbo depressivo più strutturato. Quindi, il primo passo importante per capire come affrontare la tristezza è mettere a fuoco di che tristezza si tratta, come mai ci si trova in questa situazione. Se fare tutto questo da soli risultasse complicato, un consulto psicologico può aiutarti a ricostruire, con l’aiuto dello psicologo, cosa può essere successo e da cosa possa dipendere la tua tristezza improvvisa o frequente. Un consulto psicologico è utile anche a capire quale può essere il percorso migliore per la tua situazione.
Se si tratta di una tristezza transitoria o connessa a qualcosa di specifico, come un evento luttuoso o un cambiamento improvviso, il sostegno psicologico aiuta ad elaborare gli elementi che hanno fatto emergere questo stato, sostenendo la persona a recuperare piano piano un maggiore equilibrio psicologico.
Se si tratta di una tristezza profonda o persistente e si identificano le caratteristiche di un disturbo depressivo strutturato, sarà probabilmente necessario un percorso riparativo di cura più a lungo termine (supporto psicologico continuativo, psicoterapia), da valutare caso per caso, con la possibilità di attivare in parallelo un supporto farmacologico. Nel caso di disturbo depressivo strutturato i dispositivi di cura che danno i migliori risultati sono quelli che combinano il trattamento psicoterapico con quello farmacologico.  

 

TRISTEZZA IMPROVVISA O FREQUENTE: COME AIUTARE UNA PERSONA TRISTE?

E se a essere triste fosse una persona vicina a noi? Può capitare che qualcuno che abbiamo vicino e ci sta a cuore appaia triste e questo ci faccia preoccupare. Vediamo allora cosa possiamo fare in questo caso.

  • Innanzitutto, è importante non sminuire la tristezza dell’altro: non è facile stare accanto ad una persona triste, ma la cosa peggiore che possiamo fare è fornire suggerimenti come: “Non essere triste” o “Cosa vuoi che sia? Vedrai che passerà”. È invece importante ascoltare, lasciare parlare o rispettare il suo silenzio, se preferisce non dire nulla.
  • D’altro canto, è bene aiutare la persona che soffre a non tragedizzare ciò che sta passando, evitando di sovraccaricare eccessivamente la sua situazione. Ad esempio, è sconsigliabile dire: “Certo che sei proprio sfortunato”, “Al posto tuo sarei disperato”. Infatti, questo tipo di interventi non fanno altro che sottolineare l’impossibilità di uscire dalla situazione di difficoltà.
  • Per aiutare chi è in un momento di tristezza è utile cercare di mantenere la giusta distanza: cioè non subire la tristezza altrui, non farsi contagiare eccessivamente dalla sua tristezza, tanto da diventare noi stessi tristi. Una maggiore distanza ci permetterà infatti di aiutare meglio l’altro.
  • Se vi sembra che la situazione non possa essere affrontata con un supporto informale e amicale, può essere utile aiutare la persona che soffre a rivolgersi ad un professionista, uno

 

 

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