Professione psicologo e Covid-19 | Risolvere

Domande e risposte

PROFESSIONE PSICOLOGO AI TEMPI DEL COVID-19

Difficoltà relazionali
27/04/2020

Salve, sono un terapeuta in formazione, nell'attuale situazione di isolamento sono molto in difficoltà, mi chiedo come possa essere meglio procedere per proseguire ad offrire continuità, supporto e sostegno ai miei pazienti ma allo stesso tempo mantenere la stabilità del setting. Qual è la vostra esperienza? Grazie

TERAPIE AI TEMPI DEL COVID-19: LO PSICOLOGO IN CERCA DI CONTINUITÀ E INTEGRITÀ DEL SETTING

Gentile Collega,
La situazione attuale ci coinvolge in numerose riflessioni rispetto al nostro ruolo di sostegno e cura. L'uso delle nuove tecnologie se da una parte ci permette di garantire la continuità delle nostre sedute e la sopravvivenza (1968) in senso winnicottiano del Terapeuta (malgrado l'attacco distruttivo, l'oggetto è nuovamente disponibile ad essere amato dal soggetto); dall'altra parte ci pone di fronte ad una certa alterazione dell'abituale modalità di lavoro, con un tempo ed uno spazio che, anche se in modo mutato, continuiamo a condividere e a garantire ai nostri pazienti. Inoltre, ci pone anche di fronte alla metodologia di conduzione della seduta, alla delicatezza del tema privacy ed al rispetto dello standard di sicurezza richiesto.
Qui di seguito qualche approfondimento ed un tentativo di pensare strade possibili per affrontare tale situazione.

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PASSAGGIO DALLA TERAPIA IN STUDIO ALLA TERAPIA ONLINE

Le terapie in modalità online, che prima di questa attuale situazione di emergenza erano contemplate solo in alcuni casi, hanno a lungo acceso dibattiti tra i clinici. Soprattutto perché in qualche modo andavano a modificare proprio l'assetto base del lavoro terapeutico: la continuità dello spazio e del tempo delle sedute, in termini di luogo sicuro, stabile, da un punto di vista esterno, ma soprattutto interno (ad esempio come rappresentazione) dal punto di vista del paziente, ma anche dal punto di vista del terapeuta (cioè come viene vissuto dentro di Sé questo spazio).
Questi interrogativi hanno avuto riscontro oggi, in alcune situazioni, nel passaggio dal colloquio in studio, al colloquio on-line. Alcuni pazienti sottolineano l'impossibilità di ritrovare uno spazio privato in casa circondati dai propri familiari.
Chissà quanto questa impossibilità non racconti anche proprio della difficoltà di ritrovare e ricostruire quello stesso spazio e tempo rappresentati dal setting. Allo stesso tempo, seppur nella mancanza e nella riattivazione dell'angoscia della perdita, preservare le sedute ed intraprendere nuove modalità sembra possa essere l'unica via percorribile per proteggere i legami ed il nostro ruolo di cura e sostegno, forse facendo appello allo spazio e tempo interno al terapeuta come faro nel nuovo lavoro a distanza.

  • Nel lavoro con i bambini ho trovato essenziale permettere loro di ritrovare le loro scatole con i giochi ed il materiale che normalmente utilizzavano in seduta. C’è chi preferisce utilizzarlo attraverso le mie mani, chi preferisce solo assicurarsi dell’effettiva presenza.
  • Nel lavoro con adolescenti e giovani adulti la parola prende maggiore forza e corpo, colmando spesso i momenti di silenzio.
  • Il lavoro con i genitori paga il prezzo dell'isolamento in quanto per molti diventa quasi impossibile svincolarsi entrambi e ritrovare un proprio spazio di coppia lontano dalla presenza dei figli. Spesso con loro non resta che proporre fugaci contatti telefonici così da dar loro respiro e sollievo, soprattutto nelle situazioni più difficili.

 

SUPPORTO PSICOLOGICO ONLINE: IN CERCA DI DIRETTIVE SICURE

Diventa molto importante fare riferimento a quelle che sono le indicazioni del Consiglio Nazionale degli Psicologi, del proprio Consiglio d’ordine regionale e dell’Istituto Superiore della Sanità, ad esempio in materia di tutela e rispetto della privacy. Potrebbe essere inoltre utile approfondire studi portati avanti sulle terapie in modalità online dalle società scientifiche, così da ritrovare ulteriori spunti di riflessione. Può, inoltre, essere utile un lavoro di intervisione con i colleghi, e di supervisione per i colleghi ancora in formazione, così da garantire un utile confronto.

 

CONSULENZE ONLINE: ALCUNI PUNTI CRITICI

Le terapie in modalità online inondano i nostri sensi di un visivo bidimensionale che ci rimanda un'immagine, a volte anche sfocata, del corpo e del sensoriale che normalmente impregna le nostre sedute. Centrale diventa la voce ed il sonoro, senso dell'udito che sembra trasformarsi in unica possibilità di continuità corporea. Proprio per garantire questa continuità, occorre considerare l’importanza di una tecnologia funzionante il più possibile. Penso ad una stabile connessione internet, un computer con uno schermo sufficientemente ampio (meglio di un telefonino), una buona illuminazione ed un’inquadratura stabile. La cura di questa bidimensionalità è utile a creare una luogo virtuale dedicato all’incontro, in cui sperimentare una nuova vicinanza, che potrà diventare anche terapeutica.
Altro aspetto che mi preme sottolineare, nelle terapie con i ragazzi soprattutto, è l'ingorgo di stimoli, informazioni, immagini, notifiche che si potrebbero arrivare attraverso tutti gli strumenti messi a disposizione dalle piattaforme di telecomunicazione, quali istantanee, caratteri di testo, emoticon, attaccare e richiamare la videochiamata stessa in cerca di una migliore connessione. Ingorgo e forse nuovi punti su cui riflettere nel lavoro con il paziente.
Un ulteriore possibile rischio è poi la presunta infinita disponibilità e contattabilità del terapeuta, che in qualche modo sembra poter essere sempre on line, presente e a portata di un click. Credo possa essere anche questa un'area su cui riflettere e ritrovare un senso nel lavoro con il paziente.
Sono tante le riflessioni aperte sulla possibilità di condurre il nostro lavoro on-line, e questa situazione di necessità legata all’ emergenza sanitaria che viviamo, ci mette nella condizione di approfondire, studiare e sperimentare questo nuovo setting di intervento.

BIBLIOGRAFIA

  • Algini, M. L., (2020), Strane sedute al tempo del Covid, articolo pubblicato on line su Sipsia.org
  • Winnicott (1968) L'uso dell'oggetto e l’entrata in rapporto attraverso identificazioni, in Gioco e Realtà, Armando, Roma

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