Gravidanza ai tempi del Covid-19 | Risolvere

Domande e risposte

CORONAVIRUS E GRAVIDANZA: COME AFFRONTARE QUESTO PERIODO DI ATTESA?

Difficoltà infanzia-adolescenza
17/04/2020

Buongiorno, vi scrivo perché ho bisogno di capire se quello che provo è normale. Sono alla 34esima settimana di gravidanza. Io e mio marito aspettiamo l’arrivo di G, previsto per il 20 maggio. Abbiamo desiderato tanto questo bambino e io ho immaginato più volte questo periodo di attesa, potermi dedicare al suo arrivo, preparare la cameretta, passeggiare, fare yoga e conoscere altre mamme nella mia condizione. Invece a causa dell’emergenza Coronavirus sono in casa isolata ormai da due mesi, mi sento sola e preoccupata, piango davanti a qualsiasi notizia, positiva o negativa. È come se non sapessi più gestire le emozioni e sono arrabbiata, spesso penso che non sia il momento giusto per far nascere un bambino, mentre tutti mi ripetono, “beata te che hai qualcosa di bello a cui pensare”. Sono già una cattiva mamma?
(M.)

terapeuta Claudia Maspero
risponde
Dott. Claudia Maspero
Psicologia peri-natale, interventi con bambini, consulenza genitoriale

GRAVIDANZA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS: COME FUNZIONA?

Cara M.,
il momento che stiamo passando (causa coronavirus) davvero stra-ordinario, fuori dall’ordinario, diverso da ogni altro momento storico per tutti e in particolare per chi come te è in gravidanza, in attesa di un bambino. Si legge e si parla di un tempo sospeso ma sappiamo che non è possibile mettere in stand-by la nascita di un figlio o posticipare la dpp (data presunta del parto). Le gravidanze procedono tra alti e bassi, paure e forze, preoccupazioni e speranze.
In questo momento “marchiato Covid-19” è assolutamente normale sentirsi come descrivi. Le ambivalenze (cioè sentirsi divise tra sentimenti-pensieri contrastanti) sono tipiche della gravidanza e ancora di più lo sono in questo momento di incertezze. L’ansia è una risposta che si attiva quando ci sentiamo in pericolo, quando ci stiamo avvicinando a qualcosa di nuovo, sconosciuto e fuori dal nostro controllo.
L’ansia è una delle risposte possibili allo stress. Per gestirla occorre conoscere bene il fattore stressante (in questo caso Covid-19), approfondire la conoscenza di noi stessi e aumentare le strategie e i comportamenti che per noi sono efficaci nel ridurre l’ansia. L’ansia genera malessere e bisogna imparare a conviverci.
L’ansia in gravidanza e nel puerperio è un disturbo noto. Sappiamo che la madre incinta non si limita a fornire al suo bambino il nutrimento necessario allo sviluppo attraverso il sangue e la placenta; gli trasmette sensazioni e emozioni. Le emozioni e gli stress vissuti dalla madre scatenano in lei fenomeni biologici che possono alterare l’ambiente in cui si forma il bambino.

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GRAVIDANZA E NON SOLO COVID-19: PRENDITI CURA DEL TUO BAMBINO

Tutte le crisi dovrebbero generare un’opportunità, ed essere in casa, in questo periodo, può rivelarsi tale. Approfitta allora di questi giorni per sintonizzarti con il tuo bambino. Dedica del tempo a osservare i suoi movimenti e le sue abitudini, dedica del tempo a voi e a costruire la vostra relazione e ti renderai conto che non sei sola. Potresti tenere un diario per raccogliere pensieri ed emozioni di questo periodo. Utilizza la tua voce, i bambini percepiscono la voce di mamma e papà già nell’utero (a partire dalla 25esima settimana), sarà contento di sentirvi. La voce della mamma è preziosa.
Ricorda che l’isolamento fisico non è isolamento emotivo. Familiari e amici saranno curiosi di vedere il pancione che cresce, decidi tu se condividere con loro immagini di voi. Rimarranno tra i ricordi di questo periodo e potrai poi mostrarle al bimbo quando ti chiederà di raccontargli la sua storia.

 

C’è LA MAMMA E C’è IL PAPA’: NON SEI SOLA

Riprendo le tue parole “Io e mio marito aspettiamo l’arrivo di G.”, per ricordarti che il desiderio di un figlio trova nella coppia la sua realizzazione. La genitorialità accomuna e unisce uomo e donna poiché affonda le sue radici nell’infanzia di entrambi, paternità e maternità partono da una base comune e si sviluppano in modo differente fino a ritrovarsi e fondersi in genitorialità. Questo tempo, in qualche modo così dilatato, allora può essere il tempo per immaginarsi genitori, per aiutarsi vicendevolmente ad andare verso questo processo trasformativo. Nel periodo della gravidanza entrambi i partner hanno bisogno di trovare sostegno e comprensione uno nell’altro. La gravidanza può considerarsi un tempo di apprendimento e non è raro sentirsi inadeguati o impreparati ma condividere con il tuo partner queste emozioni le renderà dicibili e più leggere.

 

PICCOLA STORIA DELLA GRAVIDANZA PER LA NUOVA MAMMA

Se la maternità è un momento di crisi, conoscerne le manifestazioni e i meccanismi consentirà di non farsi travolgere da essa. La gravidanza e la nascita di un bambino sono un’esperienza unica e sconosciuta. Spesso il primo trimestre viene vissuto dalla donna con una forte ambivalenza emotiva, lo rappresentano bene le due somatizzazioni tipiche del periodo il vomito (desiderio di espellere) e le voglie (desiderio di incorporare). Nel secondo trimestre anche grazie alla percezione dei movimenti fetali, si struttura una relazione con il bambino, che viene sentito e quindi riconosciuto e pensato come distinto dalla mamma. Inizia il lavoro di rappresentazione del bambino immaginario (lo immagini), lavoro essenziale nel processo di accettazione del neonato e nell’attivazione dello stato di “preoccupazione materna primaria” (Winnicott, 1985). Nel terzo trimestre i pensieri corrono al parto. I sentimenti dominanti diventano ansia e preoccupazione, spesso si manifestano con insonnia. È il tempo da dedicare alla preparazione del nido.

 

IN CONCLUSIONE

Non ci sono mamme cattive ma attenzione nemmeno mamme brave, quello a cui si deve aspirare è “essere sufficientemente buone”. Per Winnicott la madre sufficientemente buona è quella mamma autentica e vera che non nega paure, ansie e preoccupazioni ma diffonde amore, speranza con la sua presenza, tendenzialmente imperfetta.

 

BIBLIOGRAFIA

Vegetti Finzi S., Il bambino della notte, Mondadori Milano (1990)
Winnicott D.W. La preoccupazione materna primaria (1985)

 

 

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