Pericolo di mobbing sul lavoro | Risolvere

Domande e risposte

PERICOLO DI MOBBING: ANSIA E STRESS SUL LAVORO

Stress sul lavoro
25/10/2019

Buongiorno, ho 50 anni. Da circa 2 anni ho un nuovo lavoro. Sono stressata e i miei responsabili fanno di tutto per farmi sentire incapace. Mi rimproverano e mi criticano davanti agli altri colleghi. Richiami scritti, ore di straordinario, cambio dei turni di lavoro, dandomene avviso all’ultimo minuto.  Sono agitata e non mi fido più di nessuno. I miei colleghi mi isolano e mi tengono fuori dal loro gruppo. Mi trattano anche loro come un’incapace. Quando chiedo loro un aiuto, mi dicono che in quel momento non possono, e poi mi ignorano, fino a quando io rinuncio. Di fatto non mi sono mai inserita e tutta questa situazione mi sta progressivamente logorando. Dormo male la notte e non riesco a smettere di pensarci. Non vedo vie d’uscita. All’inizio c’era un altro superiore che apprezzava la mia professionalità, ma al nuovo responsabile per qualche motivo non vado a genio. I miei famigliari dicono che sono depressa e forse hanno ragione. Potete aiutarmi?
L.

terapeuta Claudia Macaluso
risponde
Dott. Claudia Macaluso
Psicologia dell’adolescente, giovane adulto, adulto e coppie

IL PARERE DEL NOSTRO PSICOTERAPEUTA – IL PERICOLO DI MOBBING

Cara L.,
la tua situazione mi pare faticosa da vivere tutti i giorni. Potrebbe essere una situazione di mobbing. Anche se bisognerebbe approfondire meglio alcuni aspetti per capire se davvero si può parlare di Mobbing. Ne hai già sentito parlare?
Qui di seguito ti dico meglio di cosa si tratta e gli effetti di questa dinamica sulla persona.
Il mobbing è una condizione che genera un forte stato di stress e tensione, e nei casi più gravi depressione e disturbi d’ansia.
Il mobbing è la messa in atto di una dinamica continua e prolungata di prevaricazione e vessazione sul luogo di lavoro, può essere attuata da: A) superiori (mobbing verticale), B) colleghi (mobbing orizzontale).
Perché si possa parlare di mobbing le prevaricazioni o i maltrattamenti devono essere protratti nel tempo col fine di danneggiare e logorare la persona che li subisce.
Spesso si mettono in atto delle strategie precise che hanno l’obiettivo di alienare, isolare e svalutare la persona. Ad esempio si possono considerare azioni di mobbing:

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Puoi fissare un appuntamento di persona con uno dei nostri terapeuti. Ti aiuterà a dare forma al tuo problema ed individuare le giuste vie di uscita.
Incontra un terapeuta
  • Diffusione di maldicenze
  • Offese verbali
  • Critiche e atteggiamenti ostili
  • Svuotamento immotivato dalle mansioni
  • Esclusione o marginalizzazione immotivata dalle attività lavorative
  • Assegnazione di compiti dequalificanti rispetto alle competenze possedute
  • Esclusione immotivata rispetto a iniziative e formazioni lavorative
  • Attribuzione di compiti eccessivi
  • Pregiudizio dell’immagine sociale nei confronti di clienti, colleghi o superiori
  • Atti vessatori attinenti alla sfera privata della persona

 

COSA FARE IN CASO DI MOBBING

Cara L. è importante cercare di trovare una via di uscita a questa situazione. Sono tre i fronti sui quali ti indicherei di cominciare a muoverti.

  1. Sostegno di amici e famigliari: descrivi una situazione di isolamento al lavoro. Ecco perché sarebbe utile mantenere attive le connessioni con le persone che ti vogliono bene al di fuori del lavoro. E’ importante non isolarti, perché la solitudine non ti aiuta a gestire le situazioni di stress. Cerca tutto il supporto familiare e amicale disponibile.
  2. Consulto psicologico: se senti la necessità di un confronto esterno, un consulto psicologico potrebbe fare al caso tuo. Ad esempio quando ti vergogni di quello che ti succede e non te la senti di confidarti con nessuno. Oppure quando il supporto delle persone a te vicine non ti sembra che basti a farti sentire meglio.
  3. Associazioni anti-mobbing: cerca sostegno attraverso le associazioni che si occupano specificatamente di mobbing. Ti aiuteranno a capire se ci sono davvero gli estremi per identificare il mobbing.

 

CONSULTO PSICOLOGICO: COME FUNZIONA

Il consulto psicologico è un percorso di qualche incontro 5/6 colloqui, che ti aiutano a mettere a fuoco, con l’aiuto dello psicologo-psicoterapeuta i punti critici personali della situazione che stai vivendo. Da quello che tu scrivi essi potrebbero riguardare:

  • La tua identità lavorativa, cioè la percezione che tu hai di te come lavoratrice, e la percezione del valore del tuo lavoro. Quanto questo subisce o meno l’influenza della situazione difficile che stai vivendo sul posto di lavoro. Questo ti aiuta a fare un bilancio tra percezione personale e realtà.
  • La tua identità personale, talvolta capita che ciò che succede in ambito lavorativo possa influenzare la percezione di te stessa come persona. Tanto da metterti in crisi in maniera più generale, anche su versanti che non hanno a che fare con il lavoro. Ti ritrovi più insicura, più fragile, più ansiosa anche in contesti diversi dal lavoro.
  • La tua autostima, cioè il valore che tu dai alla tua persona, al di là del tuo lavoro. Per valore si intende: dignità, iniziativa, vitalità, capacità di essere propositivi e attivi rispetto alla propria vita.
  • Le relazioni interpersonali un‘esperienza come quella che stai vivendo potrebbe influenzare il tuo modo di affrontare le relazioni con le persone. Rispetto a: fiducia, autenticità, reciprocità, affidabilità, possibilità di distinguere il tuo punto di vista da quello altrui.

Il consulto psicologico ti può aiutare a chiarire queste diverse prospettive, per mantenere la tua posizione nel contesto lavorativo, ma anche fuori da esso. In un momento in cui può essere difficile mantenere i tuoi punti di riferimento e le tue sicurezze.

 

SINTOMI- EFFETTI PSICOLOGICI DEL MOBBING

I primi effetti psicologici del mobbing possono essere:

  • esaurimento nervoso
  • irritabilità
  • panico
  • apatia
  • paura di sbagliare sul lavoro
  • senso di autosvalutazione
  • perdita di concentrazione
  • insicurezza, difficoltà a prendere le decisioni

Meglio non sottovalutare questi primi segnali. Infatti, se le condizioni di stress perdurano a lungo ed in modo intenso, si può manifestare un disagio più acuto che colpisce gli aspetti cognitivi, emotivi, comportamentali, e fisici della persona.

Ad esempio:

  • disturbi psicosomatici (mal di testa, mal di schiena, palpitazioni, disturbi gastrici)
  • disturbi del sonno
  • problemi di ansia
  • sindromi ossessive
  • depressione
  • disturbi dell’alimentazione,
  • aumento di errori e infortuni,
  • abuso di alcool e tabacco
  • suicidio, nei casi più gravi

 

CAUSE DEL MOBBING SUL LUOGO DI LAVORO

Gli obiettivi per cui si attua il mobbing sono vari e dipendono dalla cultura aziendale e dall’ambiente di lavoro.
Vi possono essere gruppi di lavoro che funzionano in modo disfunzionale (cioè non utile al raggiungimento degli obiettivi di lavoro). Ad esempio a causa di pressioni prestazionali eccessive, o dinamiche ostili troppo accese tra diversi dipartimenti, possono indurre un clima di tensione anche tra colleghi.
Altre volte può accadere che un gruppo disfunzionale cerchi una sorta di capro espiatorio per alleviare le pressioni e in questo senso ad esempio l’ultimo arrivato si può prestare sempre molto bene a questo ruolo.
I motivi legati all’individuazione del capro espiatorio possono essere connessi alla competizione e alla gelosia. A volte la persona vessata è competente e formata e per questo può suscitare sentimenti di invidia e di paura da parte di colleghi o anche dei superiori.
In altre situazioni l’obiettivo del mobbing può essere di indurre una persona a dare le dimissioni o a licenziarsi.
Le dinamiche di mobbing certo non aiutano la produttività dei lavoratori e dell’azienda.

 

DATI STATISTICI

Dalle ricerche più recenti  dell'Ispesl (l'Istituto per la prevenzione e la sicurezza del lavoro), emerge che in Italia i lavoratori che hanno subito mobbing sono circa un milione e mezzo (circa il 4%). Di fatto la percentuale è bassa, ma è possibile che non tutti quelli che subiscono mobbing hanno il coraggio di denunciare. E’ un fenomeno più presente al Nord (65%) e colpisce maggiormente le donne (52%).

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