Domande e risposte
PAURA, ANSIA E STRESS SUL LAVORO
Buongiorno! Sono una donna di……(30-40) anni, da alcuni anni lavoro in un'azienda per la quale mi occupo della collezione underwear per una maison. Persona seria e professionale. Sono diventata responsabile; ho chiesto aiuto, e mi sono trovata una collaboratrice da non molto tempo, che dopo pochi mesi ha dovuto cominciare a lavorare da casa per motivi personali, io di nuovo da sola in ufficio. Da qualche mese trovo alcune stagiste e lavoro x 4. Questi, dopo pochissimo lasciano. Ecco che mi ritrovo da sola a settembre e cerco altri 2 stagisti da riformare da capo! Il lavoro è troppo! In tutto ciò, ho iniziato la convivenza e smart working alternato a casa del mio ragazzo che abita a circa 150km dal mio lavoro! Vado da una psicologa da anni ma mi sento ormai ad un punto fermo. Dopo una crisi mi ha detto "è ora di lasciare". Ho la nausea di andare a lavoro, sempre in ansia, non sto bene. Non mi rispecchio più in quello che faccio e non ho mai avuto vera passione per quello che faccio. Vicolo cieco! Paura del futuro! Ringrazio!
STRESS LAVORO CORRELATO
Ciao C., dalla situazione che descrivi sembra che tu stia vivendo un momento di “messa in discussione del tuo progetto di vita”, con accanto un problema di stress lavoro correlato non da poco: il senso di nausea, l’ansia, la paura del futuro, i dubbi sul lavoro e il non sentirti rispecchiata in ciò che fai.
È comprensibile che per te lavorare possa essere diventato estremamente pesante e faticoso e ti senta ad un punto in cui non sai davvero cosa fare e che strada prendere.
QUANDO IL LAVORO PROVOCA TROPPA TENSIONE
Nel tuo caso ci sono più aspetti da prendere in considerazione:
- Il tuo ruolo in azienda: verosimilmente avere una posizione di responsabilità è molto gratificante, ma impegnativo. Gestire un gruppo di lavoro più o meno numeroso, formare ed affiancare le persone che iniziano a lavorare, sono senza dubbio compiti non semplici. Nella tua situazione tali compiti sono stati complicati da continui cambiamenti di personale, che mi sembra ti abbiano portata a vivere la tua posizione in una condizione di stress continuo, in cui hai sentito più il carico che la collaborazione e l’aiuto delle persone che hanno lavorato con te.
- Il dubbio se ciò che stai facendo è davvero qualcosa che ti soddisfa: l’approccio ad un determinato settore di lavoro può avere motivazioni e percorsi variegati. A volte si tratta di scelte per passione, altre volte sono occasioni capitate quasi per caso, oppure si tratta di attività che hanno una storia familiare… Sarebbe interessante capire come mai ti sei approcciata a questo settore cinque anni fa, e come hai vissuto all’epoca l’entrata in questa azienda e la tua crescita professionale, che ti ha portata a diventare responsabile. Questo permetterebbe di ripercorrere un po’ il tuo percorso in questo ambito della maglieria.
- Convivenza e smartworking: immagino che la sovrapposizione temporale tra questi due eventi non è stata semplice da gestire. Sono due cambiamenti che hai dovuto affrontare in un periodo storico molto particolare. La convivenza rappresenta un momento di crescita nella coppia; dover alternare giornate intere di lavoro in casa e lunghi tragitti per andare al lavoro forse non ti ha permesso di vivere questa novità con la giusta serenità, facendoti sentire molto il peso della distanza nello spostamento.
INCERTEZZE SUL LAVORO: COME USCIRNE
Il “punto fermo” in cui ti senti anche nella psicoterapia che segui da anni, mi sembra rispecchiare proprio quel “fermo” che percepisci anche nella tua professione. Forse per te potrebbe essere arrivato il momento di ripercorrere le tue scelte e capire veramente quello che vuoi, cosa ti fa stare più male, a cosa dare la priorità in questo momento per affrontare la situazione in cui ti trovi. Ad esempio: potrebbe essere utile occuparti dell’insicurezza per il tipo di lavoro che fai e il settore in cui operi? Oppure c’è da occuparsi dell’eccessivo carico di lavoro, o dei chilometri che percorri quotidianamente? Oppure la difficoltà a gestire un ruolo di responsabilità nel momento in cui si presentano imprevisti e ostacoli. Sono tutti aspetti sui quali verosimilmente hai già cominciato a riflettere con la tua psicologa, ma che necessitano di essere approfonditi il più possibile, senza paura delle risposte e delle conclusioni che potrai trarne. È possibile che questo ti permetta di fare maggiore chiarezza in te stessa e di attenuare quella sensazione di trovarti in un vicolo cieco.
In caso tu senta il bisogno di confrontarti con un nuovo professionista puoi sempre chiedere un consulto psicologico, per provare a ragionare magari in una nuova prospettiva e raccogliere spunti diversi.
Spero di averti fornito delle considerazioni che ti possano essere di aiuto.
Un caro saluto
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