OSSESSIONI COMPULSIONI E RITUALI
Sei imprigionato nelle ossessioni, nelle compulsioni e nei rituali? Ecco cosa sono e perché si manifestano.
In questo articolo affronteremo pensieri e comportamenti ossessivi e i meccanismi che possono essere alla base della loro comparsa.

DI COSA SI TRATTA
Le ossessioni sono pensieri, immagini, paure, ricordi o impulsi che si presentano alla mente contro la volontà; spesso sono pensieri apparentemente senza logica o motivazione e, se ne soffri, potresti sentirti incapace di contrastarli, dal momento che compaiono incessantemente, diventando invalidanti.
Puoi rimanere bloccato in pensieri e azioni che ti è impossibile controllare, ovvero le compulsioni, e non riuscire a occuparti di altro. Potresti sentire di dover necessariamente mettere in atto specifiche azioni, secondo determinate sequenze, che diventano rituali.
Ad esempio, un’ossessione frequente è quella di non aver chiuso la porta di casa, o il gas; chi presenta questa ossessione sentirà quindi la necessità di tornare ripetutamente “a controllare”, attivando un rituale costituito da una precisa sequenza di gesti, come abbassare la maniglia in un determinato modo o girare la chiave un certo numero di volte.
COME FUNZIONANO?
Ossessioni, compulsioni, rituali sono la manifestazione di angosce, ansie, che potrebbero prendere il sopravvento in momenti di difficoltà. La nostra psiche cerca di gestirle attraverso meccanismi difensivi. Le ossessioni diventano possibili strategie di controllo. Quando ti senti sopraffatto dalle responsabilità o preoccupato per qualche situazione difficile, potresti cercare di contenere queste tensioni, spostandole su altro, su aspetti concreti che ti risultano più gestibili. Così, si potrebbe attivare, ad esempio, la paura di essere contaminato da germi e batteri, inducendoti a lavarti continuamente le mani o igienizzare in maniera eccessivamente meticolosa gli ambienti nel tentativo, forse, di lavare via le tensioni, di pulire la tua mente angosciata; oppure, potrebbe rinforzarsi l’esigenza di ordine e di simmetria, obbligandoti a seguire necessariamente certe procedure nel fare le cose, nel posizionare gli oggetti, nel contarli e ricontarli; questo potrebbe rappresentare un modo di riordinare i pensieri e di avere la sensazione che le cose siano sotto controllo.
PERCHÉ È DIFFICILE PARLARNE?
Puoi avere difficoltà a parlarne quando senti le ossessioni come qualcosa di incomprensibile e dunque angosciante, assurdo, talvolta addirittura disgustoso; oppure perché razionalmente condanni, disapprovi quel tipo di comportamento o di pensiero, ma è più forte di te, irrompe nella tua vita in maniera intrusiva. Per questo ti puoi sentire solo, vergognarti e sperimentare senso di colpa nel non riuscire a dominare la situazione. Spesso le proprie ossessioni si vivono come un segreto, da non condividere con nessuno. Ad esempio, ci sono persone che si trovano improvvisamente a pensare di fare qualcosa di violento come prendere a pugni se stessi o gli altri. Il pensiero non si traduce in azione, ma invade la mente, come una sorta di fissazione, che perseguita senza tregua. Questi pensieri possono spaventare.
È importante prendersi cura della parte sottostante le ossessioni. Comprenderne il senso, il significato: cosa sta esprimendo quella parte di te? Potremmo considerare queste manifestazioni come una richiesta di aiuto per qualcosa che è difficile riconoscere, ammettere o razionalizzare; le ossessioni e tutto ciò che ad esse è collegato (come le compulsioni, i rituali) sono forse il miglior compromesso che la tua mente riesce a fare in relazione a qualcosa che per te è complicato da affrontare. In altre parole, un meccanismo che ti aiuta a tenere a bada le tensioni, le angosce sottostanti.
Un consulto psicologico potrebbe aiutarti a comprendere meglio le ossessioni che ti perseguitano: da cosa nascono? Perché ti comporti in questo modo? A cosa servono? Perché si attivano proprio in quella situazione? Rispondere a queste domande ti aiuterà a gestire il meccanismo ossessivo, a guardarci dentro e trovare un modo per intervenire, così da depotenziare gradualmente il pensiero ossessivo e prevenire la risposta compulsiva.
