Domande e risposte
OSSESSIONI - COMPORTAMENTI OSSESSIVI – OSSESSIONI COMPULSIVE
Buongiorno,
scrivo per mio figlio. Più o meno da quando ha cominciato il Liceo ha sviluppato una serie di ossessioni relative alla pulizia: trascorre molto tempo in bagno, si lava le mani più volte, mi chiede di cambiargli le lenzuola del letto ogni sera. Si è isolato dal suo gruppo di amici, dice di dover studiare, ma non ha voglia di farlo con i suoi compagni. Recentemente ha smesso di fare sport, non ama uscire di casa e, quando torna da scuola, comincia a disinfettare tutti gli oggetti che ha portato con sé. Mi chiede di lavare i pavimenti ogni volta che io o suo padre rientriamo dal lavoro perché altrimenti “contaminiamo” l’ambiente. Mi rendo conto che diventa sempre più rigido in queste sue fissazioni e comincio ad essere molto preoccupata.
E.
IL PARERE DEL NOSTRO PSICOTERAPEUTA – DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
Buongiorno E.,
la situazione che riporti merita in effetti che le si dedichi attenzione. Si coglie bene come Gianni stia rinunciando a tante esperienze importanti nella vita di un ragazzo. Sia le ossessioni per la pulizia che descrivi che la rinuncia alle occasioni di socializzazione, sembrano segnalare un disagio da capire meglio. Capita che i cambiamenti adolescenziali facciano emergere un malessere che, se individuato, non necessariamente si cronicizza in un disturbo.
Lavarsi le mani di frequente, disinfettare gli oggetti o l’ambiente e altri comportamenti che denotano una preoccupazione eccessiva per la pulizia, uniti alla preoccupazione per una “contaminazione”, rientrano in quel quadro di disagio denominato “ossessivo-compulsivo”.
Il manuale diagnostico DSM distingue le ossessioni dalle compulsioni. Capire brevemente di cosa si tratta, aiuta a comprendere che questi comportamenti assolvono ad una funzione di controllo di qualcosa di temuto.
Le ossessioni hanno a che fare con il pensiero: si tratta di idee o immagini intrusive che solitamente generano forte ansia o disagio.
Le compulsioni riguardano i comportamenti: sono condotte ripetitive, messe in atto rigidamente, che la persona sente di dover attuare obbligatoriamente.
Hanno la funzione di: 1) contrastare un’ossessione; 2) prevenire eventi o situazioni temuti.
Questi comportamenti (o azioni mentali) non sono collegati realisticamente a ciò che dovrebbero neutralizzare o risultano eccessivi. Qualche esempio è rappresentato dal lavarsi le mani, come nel caso di tuo figlio, ma anche dal riordinare, pregare, contare, ripetere parole mentalmente.
Ossessioni e compulsioni possono essere presenti separatamente o in maniera congiunta.
COME INTERVENIRE
Cari genitori, cara E., ti devo dire con molta franchezza che quella che tu descrivi è una situazione che non potete e non dovete affrontare da soli. Occorre rivolgersi a dei professionisti nelle problematiche psichiche dell’adolescenza (psicologi e psicoterapeuti) e ricevere il giusto aiuto e supporto sia per voi genitori, sia per Gianni.
- Nominare le preoccupazioni e le paure. Per lui sarà difficile, se non impossibile, realizzare la situazione in cui si trova. Quindi ti suggerisco di non avere grandi aspettative su questo: non aspettarti che lui comprenda la sua situazione. Non può capire e forse al momento meglio che sia così. Contrariamente Gianni sarebbe terrorizzato. Puoi dire tu a lui cosa ti preoccupa (ma non esagerare). Dargli la possibilità di parlarne con qualcuno che si è accorto del suo malessere è già importante.
- Proibire non è una soluzione. I comportamenti ossessivo-compulsivi servono a stabilire una sensazione di controllo, risultano rassicuranti per la persona che li mette in atto. Quindi contrastarli, in prima battuta, non è una buona strategia. Infatti, evitarli comporta un carico d’ansia e d’angoscia spropositato, non funzionale a superare il problema di Gianni.
- assecondare ogni richiesta tout court, non è funzionale. Quella che descrivi, Erika, è una situazione piuttosto comune per questo tipo di malessere. Gianni può essere sempre più dipendente dal vostro aiuto. Progressivamente può perdere autonomia rispetto ad una serie di attività (uscite, sport, incontri con gli amici, pulizia personale…).
- Porre dei limiti. E’ molto difficile individuare il giusto equilibrio tra “il dire” e il “non dire”, “fare” e “non fare”. Tuo figlio si trova in una situazione molto delicata. E non è nella condizione di prendere la realtà “nuda e cruda” per quello che è. Occorre fare una scelta delle priorità, e dei rimandi che è possibile dargli ed accettare per lui.
- La prigione dei rituali. E’ una situazione che può vincolare tutti voi a rituali che possono aumentare in numero e in intensità. Il dispendio di energie e lo sforzo richiesto è molto alto per tutti.
- L’esame di realtà. Questa fatica deve poter emergere ed essere nominata, ma mi raccomando, in modo graduale. Il rischio altrimenti è quello di adeguarsi ad ogni comportamento, salvo poi diventarne tutti prigionieri delle ossessioni.
- Mi raccomando, fatevi consigliare da un professionista per stabilire tempi e modalità adatte alla vostra situazione.
IL CONSULTO PSICOLOGICO
Ha proprio senso rivolgersi ad uno psicologo.
- Quando l’ossessione per la pulizia, o altri comportamenti ossessivo-compulsivi, cominciano a divenire rigidi, inflessibili, ad aumentare in numero ed a coinvolgere più persone, rappresentano un segnale che la persona, da sola, non è più in grado di gestire le proprie preoccupazioni.
- Chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo spesso ha il timore di avere dentro qualcosa di vergognoso, che non può essere confessato alle persone vicine. O, addirittura, di essere matto, potenzialmente a rischio di commettere azioni gravi e irreparabili. Il difficile ruolo dello psicologo sarà proprio quello di esplorare tutto questo e renderlo gradualmente pensabile e dicibile.
- Assunzione di farmaci specifici. Occorre comprendere la portata delle angosce di tuo figlio. Credo non sia da escludere la possibilità di chiedere un consulto farmacologico, e valutare l’opportunità di assumere dei farmaci per contenere le sue ossessioni. In questi casi può essere molto indicato.
ORIGINE DEI COMPORTAMENTI OSSESSIVI
- Gli aspetti ossessivo-compulsivi assolvono al bisogno di controllare la sensazione che qualcosa di catastrofico e dirompente possa accadere da un momento all’altro.
Ad esempio il contrarre malattie. Ma anche il pericolo di arrabbiarsi e perdere il controllo.
Si attiva il timore che la propria distruttività possa allontanare gli altri, danneggiarli in maniera definitiva e permanente (Erika, qui si parla della paura di Gianni di perdervi) - I conflitti, in generale, vengono evitati. Sono troppo angosciosi da affrontare, in un momento in cui non si può prendere il rischio di perdere nessuno.
- La sessualità (per gli adolescenti soprattutto) rappresenta una novità che investe in maniera inaspettata il proprio corpo ed i propri pensieri. E’ un cambiamento che può spaventare molto. Ed essere vissuto con vergogna, come qualcosa di sconveniente.
- Gli atteggiamenti ossessivi possono originare anche da un’educazione basata in maniera rigida sulla ricerca della perfezione. Ad esempio, famiglie nelle quali i genitori si sono mostrati spesso scontenti di figli che “non hanno fatto abbastanza” (92). Si tratta di bambini che cresceranno con l’idea di dover fare sempre di più. Adulti, in futuro, sempre guidati da ciò che dovrebbero o avrebbero dovuto fare.
SINTOMI DEI COMPORTAMENTI OSSESSIVI
Il manuale diagnostico DSM individua alcuni criteri che vanno a definire un disturbo di personalità ossessivo-compulsivo. Un’organizzazione di personalità nella quale alcune caratteristiche sono presenti in maniera marcata. Si tratta di: preoccupazione per l’ordine, perfezionismo, controllo mentale e interpersonale. Nello specifico:
- attenzione per i dettagli, le regole, le liste, l’ordine, l’organizzazione o gli schemi, al punto che va perduto lo scopo principale dell’attività;
- perfezionismo, che interferisce con il completamento dei compiti (per esempio, incapacità di compiere un progetto perché non risultano soddisfatti standard oltremodo rigidi che la persona si pone);
- eccessiva dedizione al lavoro ed alla produttività, fino all’esclusione delle attività di svago e delle amicizie (74);
- coscienziosità, scrupolosità, inflessibilità esagerate in tema di moralità, etica o valori (non giustificati da un’appartenenza culturale o religiosa);
- incapacità a gettare via oggetti consumati o di nessun valore, anche quando non hanno alcun significato affettivo;
- riluttanza a delegare compiti o lavorare con altri, a meno che non eseguano esattamente ciò che la persona con disturbo ossessivo-compulsivo chiede;
- avarizia, sia per sé che per gli altri. Il denaro è concepito come qualcosa da accumulare in vista di spese o catastrofi future;
- rigidità e testardaggine.
Un saluto
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