Domande e risposte
DISTURBO OSSESSIVO E RITIRO SOCIALE IN ADOLESCENZA
Salve, mia figlia diciottenne è intelligente e ha sviluppato il disturbo ossessivo compulsivo da contagio: non tocca nulla, non esce mai e non vuole andare dallo psicologo. Sto impazzendo. Il lavaggio delle mani dura un'ora per volta. Sono esasperata: come farle capire che ne va del benessere psichico suo e nostro?
Descrivi una situazione delicata, rispetto alla quale credo sia necessario intervenire, visti gli elementi che descrivi (rituali, paura del contagio, ritiro sociale, isolamento), che, se non trattati, purtroppo tenderanno a consolidarsi sempre di più. Data la giovane età (tarda adolescenza) di tua figlia, è ancora possibile intervenire su una struttura di personalità che è ancora parzialmente in via di consolidamento e proprio per questo i percorsi di cura hanno più possibilità di essere efficaci in un'ottica di vita futura.

Capisco quanto debba essere estenuante vivere questa situazione, per tua figlia ma anche per te, per voi genitori. L'allontanamento progressivo dal mondo e i rituali ossessivi sono indicatori importanti, che segnalano un forte senso di pericolo e la necessità di controllo e di protezione di sé. Essi diventano una sorta di difesa, di scudo, che da’ l'illusione di mantenere un ordine.
Sembra che tua figlia viva come minacciosa la possibilità di essere aiutata. Perché? Talvolta, può esserci il timore di stigmatizzazione o patologizzazione del proprio malessere. Oppure, si ha paura di modificare l'equilibrio precario conquistato con molta fatica. In questi casi può essere necessario fare dei passaggi preparatori. A volte, può essere utile iniziare da un aiuto indiretto – ad esempio coinvolgendo uno specialista che parli prima con voi genitori – può creare una strategia per avvicinare tua figlia gradualmente al percorso di cura. Che la famiglia, i genitori si muovano per primi può infrangere quei preconcetti difficili da superare. Perchè non chiedete una consulenza genitoriale? Può esservi utile ad orientarvi in questo momento di crisi.
Nel caso di tua figlia sarebbe opportuno valutare anche l'attivazione di un supporto farmacologico (con uno psichiatra), che potrebbe rendere i sintomi più gestibili, facilitando l’apertura potenziale di uno spazio di terapia psicologica (con uno psicoterapeuta).
Non demordere, è importante che tua figlia acceda ad un percorso di cura.
In questo articolo puoi trovare degli approfondimenti sul disturbo ossessivo compulsivo
Qui invece un approfondimento sul ritiro sociale in adolescenza.
Un saluto.
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