Reazione traumatica | Risolvere

Domande e risposte

HO VISSUTO UN EVENTO TRAUMATICO

Ansia, stress e paure
16/05/2022

Salve, mia mamma ha avuto una brutta esperienza. C'erano le sirene dell'ambulanza. Ora appena le sente salta, trema e le viene paura e forti attacchi di ansia. Fa brutti sogni la notte. È un po' che va avanti questa situazione e sono preoccupata che non le passi. Cosa posso fare per aiutarla?

terapeuta Chiara Navarra
risponde
Dott. Chiara Navarra
Psicologia dell’adolescente, giovane adulto, adulto e coppie

PAURA E REAZIONE TRAUMATICA

Buongiorno, la situazione che descrivi sembra tratteggi due aspetti:

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Puoi fissare un appuntamento di persona con uno dei nostri terapeuti. Ti aiuterà a dare forma al tuo problema ed individuare le giuste vie di uscita.
Incontra un terapeuta
  • un grande spavento in seguito ad un evento improvviso e grave, cioè un trauma;
  • l’effetto, la conseguenza che questa esperienza traumatica-angosciosa ha avuto.

Sarebbe importante avere qualche dato temporale e capire meglio da quanto tempo tua mamma sta male ed esattamente come si manifesta il suo disagio. Infatti, credo che tua mamma possa aver sviluppato un meccanismo chiamato in psicologia Disturbo Post Traumatico da stress o PTSD.

In particolare, il PTSD lascia degli strascichi che possono essere invalidanti nella vita di una persona, e che si manifestano spessissimo attraverso una sintomatologia ansiosa (come quella che descrivi nella tua domanda): senso di paura improvviso e forte, tremori, capogiri, brividi, palpitazioni, senso di soffocamento, svenimenti, paralisi somatica.
Aiutare una persona che si trova in questa situazione può non essere facile, perché le sue reazioni non sono razionalirazionalizzabili. Piuttosto, si tratta di situazioni in cui la paura irrazionale, il terrore incontrollabile prendono il sopravvento.
Il tempo trascorso tra il momento attuale e l’evento traumatico (quanti giorni, settimane, mesi) è un elemento importante, che ci aiuta a capire se la situazione corre il pericolo di cronicizzarsi, cioè di strutturarsi stabilmente.

TRAUMA E PROCESSO DI ELABORAZIONE

In un fisiologico percorso di elaborazione del trauma la persona traumatizzata dovrebbe passare attraverso varie fasi:

  • un primo periodo di alcune settimane, in cui compaiono i sintomi descritti, a causa del trauma subito. In cui la persona appare particolarmente disorientata ed impaurita, soprattutto alla ricomparsa di elementi che ravvivano il ricordo del momento traumatico (il suono della sirena dell’ambulanza);
  • un secondo periodo in cui le reazioni ed il senso di allarme dovrebbero piano piano affievolirsi e la persona dovrebbe gradualmente rassicurarsi, riuscendo a fare un esame di realtà più funzionale rispetto alle situazioni in cui si trova, recuperando una maggiore distanza emotiva dall’accaduto;
  • una terza fase nella quale i sintomi ansiosi tendono a scomparire ed anche la paura relativa all’accaduto e al fatto di poter stare male nuovamente. In questa fase, pur rimanendo il ricordo dell’evento (ci penso ancora), l’attivazione conseguente non dovrebbe essere più così forte (Non sono più così preoccupata).

QUANDO CHIEDERE AIUTO

Quando invece la persona dovesse rimanere bloccata nella prima fase a lungo, tanto che la paura, l’allarme dovessero diventare un tratto stabile, abituale e frequente della sua vita, allora è opportuno chiedere un aiuto psicologico specialistico, che supporti la persona traumatizzata ad uscire da questo momento difficile. Più tempo si attende e più sarà probabilmente difficile riuscire a ristabilire un equilibrio emotivo. Ad esempio perché potrebbero subentrare dei meccanismi di autosuggestione della paura, che possono innescare una percezione del pericolo sempre più generalizzata e tradursi magari in un disturbo d'ansia.

SATARE VICINO A UNA PERSONA TRAUMATIZZATA

Durante il processo di elaborazione del trauma è importante che le persone vicine a chi sta male siano supportive e pazienti, senza essere normalizzanti (ma dai non è niente, vedrai che passerà). L’essere supportivi può essere declinato in molti modi differenti, che hanno a che fare con le caratteristiche personali di ciascuno e con l’evento traumatico scatenante.
Per questo, “ciò che è successo” andrebbe approfondito meglio. Hai parlato di sirena dell’ambulanza e di un grosso spavento, ma cosa è successo? Tua mamma è stata male? È stato male qualcuno a lei vicino? C’era qualcuno in pericolo di vita? Questi elementi sono importanti per comprendere quale possa essere il giusto supporto.
In generale, è bene comunicare quanto sia comprensibile avere una reazione di allarme dopo aver vissuto una situazione di pericolo per sé o per gli altri. È bene ribadire quanto sia comprensibile, fisiologico reagire in modo forte ad una situazione pericolosa, e che questa esperienza può lasciare delle conseguenze per qualche tempo. Spesso può essere rassicurante sapere che quella che si sta vivendo è una reazione “normale” e che occorre darsi del tempo per elaborare e superare quanto accaduto.

Un saluto.

 

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