Disturbo bipolare: sintomi e trattamento | Risolvere

Domande e risposte

DISTURBO BIPOLARE DI PERSONALITA': SINTOMI E TRATTAMENTO

Disturbi di Personalità
07/02/2020

Buongiorno, 
da qualche mese sto facendo diverse assenze al lavoro, che rischio di perdere. Non mi piace più, mi sento triste e scontenta della mia vita. Solo qualche mese fa ero piena di energie, avevo voglia di fare sempre festa. Pur dormendo pochissimo, ho preso in mano la mia vita. Ho cambiato lavoro e mi ci dedicavo anima e corpo: mi piaceva un sacco! Gli altri a volte dicevano di fare fatica a starmi dietro, ma ero sempre circondata di persone. Ora non ho voglia di stare con gli altri 
Da anni mi capita di avere questi sbalzi d’umore: dall’Università ed, in modo diverso, anche al Liceo non ero tanto stabile. So per esperienza che sono molto rischiosi: ho cambiato tre facoltà e perso il lavoro tre volte negli ultimi quattro anni. Quando sto bene mi sento invincibile, ma quando ho questi momenti penso dovrei chiedere l’aiuto di qualcuno. Un’amica mi dice che sono “bipolare. Io ce la metto tutta ma mi ritrovo sempre in questa situazione.
P.

terapeuta Nisia Cosenza
risponde
Dott. Nisia Cosenza
Psicologia del bambino, dell’adolescente, dell’adulto e consulenza genitoriale

DISTURBO BIPOLARE - IL PARERE DEL NOSTRO PSICOTERAPEUTA 

Buongiorno P., 
sembra un momento difficile per te. Tutto intorno pare essersi spento, dopo un periodo carico di stimoli e di possibilità 
Dev’essere difficile convivere con questa instabilità, sentendo di essere in un circolo in cui prima o poi viene meno l’energia che metti nelle cose. Il lavoro che ti entusiasmava ora ti affatica molto e ti rende scontenta. Da quello che racconti si intuisce come sia difficile per te mantenere una continuità nelle attività e nelle decisioni che riguardano la tua vita.  
Questo effetto “montagne russe” effettivamente ricorda un disturbo, noto anche nel linguaggio comune come “bipolare”. Si tratta proprio di quest’alternanza di “up” e di “down”, che sfugge al controllo. Ma non devi colpevolizzarti! Se soffri di un disturbo bipolare la forza di volontà è assai utile ma non basta. Vediamo invece cosa potresti fare… 

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CONTINUI SBALZI DI UMORE: COME AFFRONTARE LA SITUAZIONE 

  1. Il primo passo consiste in una presa di consapevolezza. Nel riconoscere come una serie di aspetti, che nella fase “up” paiono preziosi e funzionali, tendano poi a ribaltarsi nel loro contrario nella fase “down”. 
    Ad esempio, quando descrivi l’aspetto lavorativo, si coglie come ci sia stato un buon investimento iniziale. Ora però ne sei profondamente scontenta. Questo movimento, che pare di idealizzazione/svalutazione, potrebbe estendersi ad altri aspetti della tua vita. Qualcosa che all’inizio ti sembra di grande valore, finisce poi per svuotarsi di significato. Forse, da quello che scrivi, lo stare con gli altri ha un andamento simile? Magari relazioni che ti sembra ti diano moltissimo, poi finiscono per rivelarsi deludenti?  
    Avere consapevolezza di come questo possa collegarsi a tuoi stati emotivi è importante. Anche se certo non è da trascurare la possibilità che magari le circostanze esterne siano state infelici, sfortunate, deludenti. Tuttavia, dare tutta la colpa alla fortuna/sfortuna ed alle circostanze può essere riduttivo.  
  2. Se noti una ripetitività che ti fa ritrovare sempre “nella stessa situazione” probabilmente cerchi di guardarti dentro con onestà, magari alla ricerca di risposte che non inducono tutte le cause dei mali a colpe esterne 
  3. Il secondo passo è non darsi la tutta la responsabilità. Infatti, il disturbo bipolare coinvolge alcuni neurotrasmettitori. Qualcosa nell’invio dei messaggi che hanno a che fare con l’aspetto emotivo si sfasa. Ad esempio, viene compromessa la trasmissione di dopamina, deputata a far sentire sensazioni di piacere e benessere. 
  4. Il terzo passo è informarsi sulle cure possibili. Di solito iniziare in parallelo un percorso di supporto psicologico, assieme al trattamento farmacologico, può dare nella mia esperienza buoni risultati di miglioramento. 
  5. Il trattamento farmacologico. Nel caso in cui la diagnosi di disturbo bipolare venisse confermata, di solito vengono prescritti dei farmaci, cosiddetti “stabilizzatori dell’umore” (quali il litio). Grazie ad essi è possibile far tornare i neurotrasmettitori al lavoro. Riequilibrare i picchi e tornare ad una maggiore omogeneità delle sensazioni di tristezza e di piacere. Evitare gli eccessi dell’uno e dell’altro insomma. Per attivare questo supporto è necessario chiedere un consulto psichiatrico e fare una valutazione attenta della tua situazione. 
  6. Il supporto psicologico. Qui di seguito ti do qualche informazione più approfondita di cosa si tratta. 

 

DISTURBO BIPOLARE: COME PUO’ AIUTARE L’INTERVENTO DI UNO PSICOLOGO 

Esiste una dimensione emotiva da considerare. “Essere giù” o “essere su” influisce molto sulla vita delle persone e tutto in un attimo può essere messo in discussione molto rapidamente. Il lavoro, le relazioni, il rapporto con te stessa, la tua autostima, le tue capacità, la tua energia. 
Un percorso psicologico: 

  • può favorire la presa di coscienza di questi meccanismi, creando una maggiore connessione tra ciò che succede a livello emotivo e nella realtà esterna; 
  • può aiutarti a gestire e magari col tempo a smorzare, i capovolgimenti repentini che, come sottolinei, conducono a conseguenza anche negative nella tua vita (come ad esempio perdere il lavoro);  
  • può favorire la transizione a cambiamenti più lenti, in modo da prendere più coscienza di ciò che sta succedendo, in modo da individuare ciò che ti fa stare bene e male. 

 

DISTURBO BIPOLARE: CAUSE 

Nell’individuare le cause di questo disturbo, gli studi mostrano come diverse variabili biologiche, genetiche, psicologiche ed ambientali concorrano in misura differente. Tutti questi fattori, o un’eventuale combinazione tra di essi, può causare un’alterazione a livello dei neurotrasmettitori (serotonina, dopamina, noradrenalina, glutammato, gaba). Come se, a livello cerebrale, i circuiti coinvolti nella regolazione dell’emotività smettessero di funzionare o alterassero il loro normale funzionamento. 
Studi scientifici hanno dimostrato come l’ereditarietà genetica, ad esempio aver avuto un parente-genitore affetto da bipolarismo, aumenta la probabilità di manifestare questo disturbo. 
Anche alcuni aspetti familiari ambientali possono concorrere allo sviluppo del disturbo bipolare: come essere stati esposti ad un’emotività violenta e poco controllata, aver vissuto traumi precoci e ripetuti, come gli abusi. 

 

DISTURBO BIPOLARE: SINTOMI 

Il disturbo bipolare, secondo il manuale diagnostico DSM-V, è caratterizzato da un’alternanza di fasi maniacali, ipomaniacali e depressive. A seconda di come queste si articolano e della prevalenza che assumono, vengono distinte alcune sottocategorie. 

I sintomi maniacali sono: 

  1. elevata autostima e grandiosità. Un senso di sé gonfiato, eccessivamente ed irrealisticamente positivo; 
  2. riduzione significativa del bisogno di dormire. Una riduzione del sonno a tre ore per notte; 
  3. fuga delle idee o pensiero accelerato. La mente si affastella di contenuti poco organizzati, ne è talmente piena da faticare a dar loro una forma comunicabile; 
  4. maggiore distrattabilità. La persona è più irritabile, reattiva, meno disponibile ad accogliere ciò che viene dall’altro; 
  5. aumento delle attività focalizzate ad un obiettivo. Concentrazione ossessiva su qualcosa, a cui può essere dedicato moltissimo tempo; 
  6. eccessiva partecipazione ad attività, che possono avere conseguenze rischiose. Ad esempio, investimenti azzardati, spese esagerate, anche piccoli furti. 

I sintomi ipomaniacali sono simili, ma più attenuati. 

I sintomi depressivi sono: 

  1. umore depresso. Prevalenza di stati disforici e sentimenti di tristezza; 
  2. marcata diminuzione dell’interesse o del piacere per le normali attività quotidiane. Compiti che sono sempre stati portati avanti semplicemente ora affaticano molto, talvolta paiono insormontabili. Qualche esempio: riordinare la casa, portare fuori il cane ecc.; 
  3. perdita di peso senza dieta, aumento o diminuzione dell’appetito ogni giorno. Mangiare senza riuscire a frenarsi. O, al contrario, avere costantemente lo “stomaco chiuso”, senso di nausea o “dimenticarsi” di mangiare; 
  4. insonnia o ipersonnia. Dormire troppo e troppo poco. Faticare nella fase di addormentamento. Avere un sonno quasi sempre disturbato. 
  5. agitazione o rallentamento psicomotorio. Sentire di non poter stare fermi o, al contrario, di essere rallentati, senza energie; 
  6. sensazione di perdita di valore o di colpa. Ridotta autostima. Tendenza a colpevolizzarsi, a pensare frequentemente di aver sbagliato; 
  7. minore capacità di concentrazione ed indecisione. Attenzione significativamente ridotta e fatica paralizzante nel fare delle scelte; 
  8. pensieri di morte ed ideazione suicidaria. Pensare di farla finita per ridurre la condizione di malessere interiore. Immaginarsi la morte come unica soluzione alla sofferenza. 

Il manuale diagnostico, infine, descrive un disturbo bipolare i cui sintomi sono indotti dall’assunzione di sostanze. In questo caso la causa è chiaramente identificata nell’abuso di alcol, droghe o psicofarmaci. 

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