Lavoro: pensiero fisso | Risolvere

Domande e risposte

IL LAVORO: UN PENSIERO FISSO

Ansia, stress e paure
17/10/2023

Buongiorno, da un paio di anni faccio l'insegnante. Quando ho cambiato lavoro (prima ero customer service) pensavo sarebbe stato più sopportabile: meno ore a contatto con le persone e più lavoro individuale, molte meno telefonate, più creatività e la consapevolezza di non star buttando via la mia laurea. Invece mi sbagliavo, solo all'idea di entrare in classe mi viene la nausea. Non riesco a vivere bene in questo modo. Il pensiero è fisso sul lavoro, mi sento assente e se ne accorgono anche gli altri, anche della mia agitazione e tristezza. So perfettamente che entrambe le professioni non hanno nulla a che vedere col mio modo di essere introverso, riflessivo, puntiglioso, ma non c'è verso di trovare altri sbocchi lavorativi (tipo la traduttrice, per cui ho studiato, ma nulla da fare, troppa crisi) e non posso certo starmene con le mani in mano, nè lamentarmi visto i tempi che corrono. Nel frattempo gli anni passano e non ho idea di come tornare a vivere in modo sano.

terapeuta Chiara Navarra
risponde
Dott. Chiara Navarra
Psicologia dell’adolescente, giovane adulto, adulto e coppie

Il lavoro dell'insegnante è davvero complesso. Negli anni ho seguito tanti progetti all'interno del mondo scolastico, anche a supporto degli insegnanti, ai quali è richiesto spesso un compito arduo, che non ha a che fare solo con l'insegnamento, ma anche con la gestione delle relazioni con gli studenti e con le famiglie.
Avrei bisogno di qualche informazione in più per capire da cosa dipenda il tuo malessere. Infatti, potrebbero esserci svariati aspetti fonte di malessere. C'è chi soffre la relazione con gli studenti, con le famiglie, oppure con i propri colleghi.

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Mi sembra di comprendere che le aspettative, l'entusiasmo, il desiderio di nuovo che ti ha spinto a cambiare il precedente lavoro con quello attuale, purtroppo, non siano stati soddisfatti, ma anzi al nel tempo hanno preso spazio frustrazione e disagio. Lo dici tu stessa a chiare lettere di non essere felice e di non sapere come venirne fuori.

Mi chiedo se tu non ti possa trovare nel mezzo del difficile processo di confronto con la realtà (fare i conti con la realtà), e dunque, di ridimensionamento delle prospettive iniziali (desideri, speranze). Già questo sarebbe un processo importante da avviare, dal momento che “digerire” eventuali delusioni nella vita non è affatto semplice. Il rischio è quello di rimanere incastrati in pensieri negativi, che tendono a sottolineare costantemente ciò che hai perso o che stai perdendo. Questo passaggio luttuoso è certo fisiologico, va vissuto, ma è bene interrogarsi se il dolore e la delusione rischino di prendere il sopravvento, dando il via ad un lutto soverchiante, che si ha la sensazione non finire mai.

 

Qui ti riporto link a nostri contenuti, che spero ti possano essere utile a capire e gestire la tua situazione.
Il lavoro mi da' la nausea
Soffri d'ansia oppre no?

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