Amore e dipendenza | Risolvere

Domande e risposte

PAURA DELLA SOLITUDINE: MI SENTO SOLA

Problemi di coppia
18/04/2025

Sono più di 8 anni che convivo con il mio compagno. Il primo anno è stato un sogno: pensavo davvero di aver trovato la mia anima gemella. Ma poi tutto è cambiato. Poco alla volta, ha cominciato a isolarmi. Non potevo più uscire per un semplice caffè con un’amica, non potevo avere uno spazio mio. Doveva esserci sempre, ovunque, in ogni mio momento. Poi sono emerse le bugie. I sotterfugi. E anche davanti all’evidenza, nega tutto. Con aggressività. Mi accusa. Mi fa passare per pazza. Gira la frittata ogni volta, fino a farmi dubitare della mia stessa realtà. So che questa è una relazione tossica. E so che dovrei chiuderla. Ma ho paura.
Paura del futuro, dell’impatto su mia figlia, che si è affezionata molto a lui.
Mi sento sola. Ho provato di tutto. Ho dato mille possibilità, mille spiragli. Ma lui non cambia. Continua a mentire, come se niente fosse. Cosa devo fare? Sono sola!

terapeuta Chiara Navarra
risponde
Dott. Chiara Navarra
Psicologia dell’adolescente, giovane adulto, adulto e coppie

Mi sembra che la paura di interrompere la tua relazione sia strettamente connessa alla paura della solitudine, una paura che può essere paralizzante. Non solo quella che provi ora, mentre vivi accanto a qualcuno che sembra non vederti più, ma anche la paura che, se lui non ci fosse più nella tua vita, ti ritroveresti sola.

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Quella che descrivi sembra una relazioni controllante, capace di creare spesso forme di dipendenza affettiva, derivanti da manovre manipolatorie (bugie, sotterfugi, aggressività). Questi meccanismi instillano dubbi e gradualmente rischiano di spegnere il pensiero e passivizzare la persona, al punto da credere di non poter stare senza l'altra persona. Il controllo prende il posto dell’amore, e il tuo mondo si restringe attorno alla relazione di dipendenza, fino a credere che sia meglio restare infelice che affrontare la vita senza il partner, che diventa tutto: giudice, carnefice, conforto e castigo.
È difficile uscire da questo meccanismo; serve tempo e cura di se stessi per cercare di “ricordarti” chi sei senza di lui

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