Domande e risposte
AMARE UN GENITORE E RIFIUTARE L’ALTRO: PERCHÉ SUCCEDE?
Perché sento il bisogno di vedere sempre vicino a me mio padre ma al contempo di scappare quanto più possibile da mia madre? Sembra strano, ma è quello che mi succede. Quando sto assieme a mio padre sento sempre il bisogno di accarezzarlo. Sento il bisogno di chiamarlo e sentire che mi risponde. Con mia madre invece succede l'esatto opposto, e cioè che se non mi cerca non so neanche di averla e se per caso sento che mi cerca improvvisamente ho sempre di meglio da fare. È normale che mi ricordo di mio padre perché lo sento vicino a me, e di mia madre solo quando ho bisogno di qualcosa di pratico?
La dinamica che descrivi mi sembra avere radici profonde e tutt’altro che rare nel funzionamento psichico umano. Credo di poter riconoscere parecchi elementi che fanno pensare al complesso edipico e ai suoi possibili effetti.

COMPLESSO EDIPICO: DI COSA SI TRATTA?
Nella teoria freudiana, il complesso di Edipo è considerato un passaggio fondativo della vita psichica del soggetto. Riguarda la circostanza in cui il bambino sviluppa un intenso legame affettivo verso il genitore di sesso opposto (nel tuo caso, tuo padre) e un sentimento di rivalità, gelosia nei confronti del genitore dello stesso sesso (nel tuo caso tua madre). Si tratta di una configurazione triangolare tra madre, padre e figlia/o, in cui si sviluppano potenti movimenti affettivi, difficili da controllare, spesso non consapevoli, che conducono ad una dinamica potenzialmente conflittuale, che rende difficile la convivenza nel nucleo familiare, a causa di esclusioni, contrapposizioni, schieramenti, che creano spesso delle fazioni all’interno della famiglia. Credo che qualcosa di simile sia accaduto anche a te nella relazione con i tuoi genitori.
LA RISOLUZIONE DEL CONFLITTO EDIPICO
In una risoluzione sufficientemente buona di questo conflitto, il/la figlio/a riesce progressivamente ad accettare una posizione distinta dai genitori, a riconoscerli come coppia, a interiorizzare i loro insegnamenti e a costruire la propria identità come soggetto separato ed autonomo dai genitori, uscendo in questo modo dalla conflittualità edipica.
Ma se questo processo rimane bloccato o parzialmente irrisolto, può lasciare delle tracce persistenti nell’età adulta, come quelle che tu descrivi: accoppiamento psichico con uno dei due genitori, sentimenti ostili nei confronti dell’altro, difficoltà nel pensarsi in una posizione separata rispetto al genitore “preferito”, desiderio di esclusività nella relazione con lui.
CONFLITTO EDIPICO NON RISOLTO
Perché hai così bisogno di tuo padre? Il tuo bisogno quasi continuo di “sentire” tuo padre vicino, di accarezzarlo, di chiamarlo anche quando è lì vicino a te, potrebbe essere letto come la manifestazione di una vicinanza, che può affondare le sue radici nei meccanismi appena descritti. Potresti aver idealizzato la figura di tuo padre, desiderare un legame esclusivo con lui, che è diventato per te fonte irrinunciabile di sicurezza, amore e riconoscimento. Stare vicino a lui – toccarlo, sentirne la voce – forse non è solo una manifestazione di bisogno d’affetto, ma anche testimonianza della necessità di una sorta di convalida da parte sua, insomma, come se potessi sentirti vista e amata in particolare quando è lui a farlo. Potremmo ipotizzare, quindi, che in lui tu cerchi un alleato, un punto d’appoggio, forse una protezione. Ma da cosa?
Perché provi ostilità nei confronti di tua madre? Quando, ci si trova in una relazione idealizzata, tutto quello che è esterno ad essa viene di solito disinvestito, svalutato o addirittura attaccato. Può essere successo questo tra te e tua madre? Una madre forse vissuta come invadente, come una presenza disturbante, di troppo, anche rispetto alla relazione tra te e tuo padre. Non è raro che, in una situazione di conflitto edipico non del tutto risolto, la figlia sviluppi un attaccamento intenso (talvolta simbiotico) verso il padre e un atteggiamento di distacco o rifiuto verso la madre, percepita come disturbante, talvolta come minaccia all’esclusività della relazione con il padre. La madre viene relegata in una posizione marginale o funzionale a mantenere “integro” il legame con l’altro genitore. Per questo il legame può connotarsi in modo utilitaristico e viene spesso disinvestito emotivamente: la cerchi solo quando ti serve qualcosa e il suo interesse verso di te ti provoca fastidio o indifferenza.
IN CONCLUSIONE
Credo di averti dato qualche spunto utile per comprendere la dinamica in atto nella tua famiglia. Tieni presente che nella situazione descritta potrebbe risultarti difficile fare degli investimenti esterni alla famiglia, soprattutto da un punto di vista sentimentale. Inoltre, vivere in un contesto familiare conflittuale e di tensione, di solito consuma molte energie mentali ed alimenta paure, sentimenti di solitudine e di esclusione.
È frequente che tali sentimenti possano riversarsi anche in altri contesti della vita personale, ad esempio in contesto amicale e lavorativo, influenzando negativamente il proprio modo di approcciarsi a nuove situazioni. Il senso di fiducia rispetto alla vita potrebbe non essere così florido.
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