Domande e risposte
DIAGNOSTICARE IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO IN ADOLESCENZA?
Mia figlia di 16 anni si lava spesso le mani e non le asciuga. Fa docce infinite, tocca alcuni oggetti prima di uscire di casa. Chiude la porta più volte, spegne e accende la luce 5/6 volte. Pulisce i bicchieri che trova in tavola. Come posso aiutarla? Grazie
UN AIUTO PER TUA FIGLIA…
Tua figlia è in una fase della vita, l’adolescenza, di grandi cambiamenti; aspetti importanti della persona sono in costruzione, arrivano trasformazioni identitarie importanti, che pongono di fronte a fragilità nuove. Assieme alle grandi speranze, possono comparire grandi paure e sfiducia su di sé e sul futuro. Talvolta, come credo stia accadendo a tua figlia, per gestire le ansie connesse al crescere, le ragazze possono rifugiarsi nell’uso di meccanismi protettivi di controllo (pensieri, impulsi, azioni ripetuti o rituali), che danno loro la sensazione di poter gestire le paure che le assalgono. Però purtroppo questi meccanismi possono prendere il sopravvento, diventando frequenti e rigidi o particolarmente persistenti e possono diventare sabotanti lo sviluppo fisiologico dell’adolescente, che invece di essere aiutata da questi meccanismi, ne risulta imprigionata. Infatti, in certi casi, questi meccanismi conducono ad evitare situazioni quotidiane, come ad esempio: non uscire se non ha “fatto i suoi controlli”; i pensieri di controllo e i rituali ad essi collegati possono avere ricadute sul sonno, sulla scuola, sulle relazioni sociali. Sarebbe importante riflettere su come sta tua figlia su questi fronti. Io credo sia necessario aiutarla, perché spesso da sole non riescono ad uscire da questi meccanismi, che vedono come unica soluzione possibile al loro star male.
PERCHÉ È IMPORTANTE INTERVENIRE ORA
Poiché tua figlia è in un periodo in cui il suo assetto psicologico è in formazione, intervenire ora serve ad evitare che i suoi sintomi (docce frequenti, lavarsi le mani, chiudere la porta, accendere la luce) possano stabilizzarsi, diventando sempre più strutturati, rigidi, auto-alimentanti. La letteratura segnala come in adolescenza l’intervento precoce possa cambiare il decorso dello sviluppo dei sintomi e impedire che essi si stabilizzino come tratto stabile della persona in età adulta. Credo sia utile, nella situazione che descrivi, chiedere un consulto psicologico. Tieni conto che nel contesto della nostra professione ci sono terapeuti formati e specializzati nel trattamento dell’adolescenza ed è a questi che ti consiglio di rivolgerti. È molto importante che il professionista interpellato possa collocare la situazione di tua figlia nella fase di vita specifica che sta attraversando e che richiede di essere trattata con specifiche modalità di intervento.
COME LEGGERE QUESTI COMPORTAMENTI
È importante precisare che in adolescenza bisogna stare molto attenti a fare diagnosi, proprio perché, come ho detto sopra, siamo in una fase di crescita enormemente in divenire e sarebbe estremamente sbagliato mettere addosso ad un’adolescente un’etichetta eccessivamente definitoria; infatti, i “giochi” dello sviluppo psichico sono ancora aperti ed è importante ritenerli tali. Ciò nonostante, va considerato che i comportamenti che descrivi di tua figlia possono essere ricondotti al quadro del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC): lavarsi spesso le mani, docce lunghe, controlli ripetuti (porta, luce), toccare oggetti prima di dormire, pulire posate. Questi possono rientrare nella categoria dei rituali compulsivi o controlli che la persona compie per «gestire» un’ansia, un pensiero intrusivo o una sensazione di pericolo interno. Secondo la letteratura, il DOC può manifestarsi attraverso questi meccanismi: ossessioni (pensieri o impulsi ricorrenti) e compulsioni (azioni o rituali).
PROVIAMO A IMMAGINARE COSA SUCCEDE A TUA FIGLIA…
I pensieri, gli impulsi ricorrenti, i rituali che lei mette in atto, i comportamenti ripetitivi, rigidi (pulizia, il controllo ripetuto, la sequenza) potrebbero essere da lei usati per «sentirsi al sicuro» o «evitare che succeda qualcosa di brutto». Purtroppo, però, più lei ripete questi meccanismi, più si rafforza dentro di lei questo circuito: “qualcosa non va” / preoccupazione → ansia / disagio → rituale (lavarsi, pulire, toccare oggetti in un certo modo, controllare) → temporaneo sollievo “sto facendo qualcosa per evitare quello che mi fa paura” → ansia (di nuovo) → rituale (di nuovo). E così via all’infinito. A lei, quindi, sembrerà che questi meccanismi di controllo la aiutino, ma in realtà rinforzano contemporaneamente l’idea che senza quel rituale “qualcosa di terribile potrebbe succedere”. Così l’ansia viene alimentata e l’azione / il rituale continua ad essere l’unica opzione possibile, esasperandosi in modo circolare.
Spero di averti dato spunti utili. Un saluto.
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